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Springtime

11 Mar

Medardo balordo

5 Feb

Pamela – sospirò il visconte – nessun altro linguaggio abbiamo per parlarci se non questo. Ogni incontro di due esseri al mondo è uno sbranarsi. Vieni con me, io ho la conoscenza di questo male e sarai più sicura che con chiunque altro;
perché io faccio del male come tutti lo fanno; ma, a differenza degli altri, io ho la mano sicura.

Italo Calvino – Il Visconte dimezzato

Melancholie

18 Ott

Ludwig non beve mai durante i pasti, ma ultimamente la mattina puzza d’alcol da non potergli star vicino. Ha gli occhi chiari, lui, e quando parla li fa roteare come se stesse seguendo un insetto.

La sua pelle rossa sembra avergli risolto il viso in una smorfia. Oggi indossava una delle sue vecchie giacche in tweed oversize. Quelle di cui non si capisce a che punto inizia la manica e finisce la spalla, e ciondola, Ludwig. Ciondola come se si stesse cullando da solo.

Grzegorz è un ragazzotto giovane, che parla un inglese incerto. Credo sia di origini polacche. Ha una pelle liscia, quasi glabra, i lineamenti poco decisi e due occhi da ladro. Quando mi parla tiene sempre qualcosa in mano, il più delle volte una tazza di caffè. Crede di fregarmi Greg. Pensa non abbia capito che è un coglione. Ma io lo guardo sempre negli occhi. Non lo mollo mai.

Io, Ludwig e Grzegorz. In una Monaco che odora di gomme d’auto e di asfalto bagnato, in un ristorante del centro, mentre Ludwing non parla. Non parla da ore e il suo silenzio occupa un posto in più a tavola.

Greg prende birra a litri e più ne butta giù e più i suoi occhi scivolano nella mia scollatura. La sua banalità   mi buca la testa come un punteruolo. “Mi ricordi mia moglie. Lei è Spagnola. Sei un po’ farandulera, tu”

“Ma si, farandulera. Farandulera tua sorella”

Ride, ma solo perché non ha capito un cazzo.

Guardo Ludwing, che cerca un’uscita dal suo labirinto di pensieri e mi aspetto che di li a poco possa mettersi a parlare da solo, o possa piangere. Urlare. Prendere i piatti e lanciarli per terra. Ammazzarci tutti. Non so. Qualcosa di certo farà.

“Il conto lo pago io con la carta dell’azienda”, dice Greg mentre si avvicina al proprietario.

Mi alzo. Ludwig non si muove. Fissa le sue mani chiuse. Forse sta pregando. Mi risiedo. L’altro torna con l’aria di chi  ha appena offerto un giro a tutto il locale. Noi restiamo lì lasciandolo andar via con fare da escluso. Dev’esserci abituato.

C’è una cappa di tristezza mista a complicità, ora, al tavolo, che ci piega la testa come se avessimo addosso  una coperta pesante. Ci esclude da tutto.

“Whysky?” Sussurra.

“Io un Gin tonic”.

“Mia moglie se n’è andata”

Ingoio le sue parole senza muovermi.

“La mia terza moglie se n’è andata”

Dopo due ore, tanti bicchieri e nessun’altra parola ci alziamo.

“Abiti lontano Ludwig?”

“Vivo negli Hotel”

Mi è sembrato di sentire il tuo odore, amore mio. Quello del piccolo spazio di pelle tra l’orecchio e la barba. Quello dove respiro di notte. Dove appoggio le labbra.

E ho avuto paura.

 

*Fumo denso – Otto Ohm

Nessun delitto, nessun castigo.

13 Ott

L’istinto insegue il pericolo, e il pericolo, che già lo sa, con molta fortuna se ne sta fermo ad osservare.

E smettetela di parlar bene di noi sognatori.

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Non ho davvero nulla da aggiungere

7 Feb

HEROES

31 Gen

Desiderate che la gente vi applauda per strada? Che vi segni a dito? Volete che le persone si chiamino l’un l’altra solo per il vostro passaggio? Che urlino dall’emozione…. Volete davvero, ma davvero, sentirvi come una rock star che regala la sua presenza all’improvviso? Prendete Via Tosio contromano. Il successo è assicurato.

Diffidenza e malizia in una notte di mezzo inverno

12 Dic

Oggi vorrei tanto scrivere di come, senza stupore, talvolta si venga avvolti da parole leggere, che pur sottili hanno la capacità di escludere pericolosamente l’aria intorno a noi.
Di come certe voci, avulse da un sottofondo confuso, abbiano saputo stagliarsi brillanti e ancora una volta nel buio.
Di occhi che non fuggono e di mani lontane, che da giochi d’ombra creano figure consapevoli e tangibili. Di come tutto ciò possa isolare, e lo so.
Vorrei raccontare di come il cercarsi tra la gente possa diventare una pratica benevola o appena disturbante, della bellezza rotonda della semplicità se mischiata all’acqua fresca..
Di come ancora una volta ho preferito andarmene senza pensarci più.

E della musica che non si faceva più sentire.
E di tuttò ciò che ora, sembra di una gravità sopportabile.

L’avvento

6 Dic

#iwannabeapopestar

Non vi auguro nulla

22 Nov

Credo che chi vada ad un concerto di Biagio Antonacci abbia già quel che si merita.

Un uomo, tra polvere e poesia

13 Nov

Dovete sapere che, accanto al mio ufficio, vi è una piccola libreria con due vetrine strette da una protestante sobrietà. E’ solo una botteguccia rivestita di colori opachi e quadri di inizi novecento, dove i libri se ne stanno in polverosi scaffali a soffitto, con il genere d’appartenenza vergato su vecchie lavagne.

Non c’è nulla, di questo posto, che tradisca la delicata logica di 70 mq di pavimenti in graniglia e di infissi di legno chiaro. Nulla che possa fermare uno Schubert a mezz’aria o che venga meno all’ordinarietà dell’attesa, al ticchettio dell’orologio ed al parlare piano con educazione.

Nulla tranne lui.
Un uomo dalle fattezze sottili e dai capelli canuti portati ad onde perfette, che veste sempre e solo di due colori e ti saluta accennando un inchino. Uno che, per esser ancor più chiara, quando acquisti un libro, con un sorriso che non tradisce, lo confeziona ogni volta come fosse un regalo, usando nastri e carta da pacco in tinta con l’abbigliamento del giorno.

E perdonatemi se potrò apparirvi com’una che da voce a certe chiacchiere da salotto..
Ma si moromora che questo bottegaio sia fuggito da un romanzo di Zola, perché annoiato da un momento di stasi descrittiva.

Resti tra noi, ovviamente.